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CCVT nei macelli: la posizione della veterinaria europea

CCVT nei macelli: la posizione della veterinaria europea
La FVE ha adottato il position paper sull'uso delle telecamere a circuito chiuso nei macelli. Il documento è stato votato dalle rappresentanze veterinarie durante l'assemblea generale che si è svolta a Bergen in Norvegia nel mese di giugno. Pro e contro dell'obbligatorietà. Condizioni indispensabili affinchè l'installazione di telecamere sia veramente utile. Il testo.


La FVE è a favore dell'uso di telecamere a circuito chiuso (CCVT) " di alta qualità, ben posizionate e accessibili, che operino secondo standard e protocolli concordati". In sintesi, è questa la posizione della Federazione dei Veterinari Europei, che rende pubblico il position paper adottato dall'assemblea generale di Bergen. "Un siffatto sistema- speiga una nota di accompagnamento-
può rappresentare uno strumento utile ma aggiuntivo per assistere il personale dell'FBO (Food Business Operator) e dell'Autorità Competente, senza sostituire un'efficace vigilanza veterinaria a tempo pieno delle operazioni di macellazione".

Il documento mette in luce i vantaggi e gli svantaggi di una installazione obbligatoria. Fra i primi- sotto il punto di vista veterinario- la possibilità di provare eventuali aggressioni ai danni degli ispettori veterinari ufficiali e di corroborare con i fimati le eventuali violazioni di legge; quanto agli svantaggi, la maggior pressione indotta dalle telecamere e l'allungamento dei tempi di controllo veterinario. Fra le osservazioni dettagliate nel position paper, figura l'esigenza di una formazione adeguata dei veterinari ispettori e la garanzia che essi abbiano pieno accesso alle immagini videoregistrate. In ogni caso la responsabilità del rispetto delle norme di benessere animale al macello dovranno restare in capo all'operatore.
Soprattutto, la condizione posta dalla FVE- in accordo con la UEVH, l'Unione dei veterinari igienisti europei- è che le telecamere non siano mai usate come scusante per ridurre o fare a meno della presenza dei veterinari ufficiali ai macelli.

Fra gli Stati Membri la questione è da tempo in agenda, in conseguenza dell'impatto mediatico suscitato dalla circolazione virale sul web di video girati, di nascosto, da alcune associazioni protezioniste. Mentre il Parlamento di Westminister ha già approvato l'installazione obbligatoria delle telecamere a circuito chiuso, la Francia ha approvato un emendamento alle norme sul benessere animale che prevedono un periodo di sperimentazione volontaria di due anni. Intanto la Scozia, che deve decidere se far propria la decisione di Londra, ha indetto una consultazione pubblica. Nel Regno Unito si sono registrate reazioni da parte degli operatori che temono resistenze da parte del personale. "Sarà più difficile trattenere gli addetti e reclutarne di nuovi"- ha dichiarato AIMS (Association of Independent Meat Suppliers) che teme  proteste del personale per discriminazione.

In Italia, sono state presentate alcune proposte di legge ma la questione, discussa per la prima volta a livello nazionale nel maggio scorso- non è nell'agenda di Governo. Interpellati da CIWF Italia (Compassion in World Farming) i rappresentanti di vari schieramenti parlamentari hanno assunto orientamenti diversi. Per voce dell'On Chiara Gagnarli, dal 21 giugno membro della Commissione Agricoltura della Camera,  il Movimento 5 Stelle "ha preferito non dichiarare il proprio impegno".

Use of Closed Circuit Television (CCTV) in the supervision and verification of animal welfare standards in approved premises