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MIPAAF IN GRAVE RITARDO

Quando ci sarà la riforma non ci saranno più cavalli

Quando ci sarà la riforma non ci saranno più cavalli
SIVE e Imprenditori Ippici ringraziano l'On Fanucci per aver tenuto i riflettori accesi sulla gravità dello stallo: patrimonio equino dimezzato, un'industria lasciata a se stessa. Brignolo (SIVE): in termini di tutela delle razze equine, l'attuazione del riordino rischia di arrivare fuori tempo massimo.

Una riunione informale "opportunamente organizzata" per fare il punto sulla Riforma del settore ippico, commentano ANMVI, SIVE e gli Imprenditori Ippici Italiani, all'indomani dell'iniziativa promossa dall'On Edoardo Fanucci,  per "stimolare il Governo nella realizzazione di quello che deve fare" come auspicato dallo stesso Fanucci. Ma il punto della questione è proprio il ritardo con il quale il Ministero delle Politiche Agricole sta dando seguito all'impegno che la Delega Fiscale gli ha conferito: istituire la Lega Ippica Italiana e ridare governance e ripresa al comparto.

Per Andrea Brignolo, intervenuto all'incontro in rappresentanza di ANMVI e SIVE, "il Governo deve dare una risposta e occuparsi dell'ippica nella consapevolezza che si tratta di una risorsa produttiva del Paese". La Delega per la riorganizzazione del comparto "non può essere una scatola vuota". Il patrimonio equino è compromesso, la riproduzione si è arenata, la natalità dimezzata, "con gravissimo danno- è il parere di Brignolo- per la risorsa numero uno del comparto, il cui rilancio non può prescindere da un recupero etico fondato sul benessere del cavallo stesso. E invece si rischia- conclude Brignolo- che quando il riordino arriverà sarà fuori tempo massimo: ci sarà il riordino e non ci saranno più i cavalli. E' quindi urgente programmare il calendario e comprendere che non si sta parlando solo di un gioco, ma del patrimonio-cavallo e di settore economico colpevolmente lasciato a se stesso".

Il tavolo tecnico ministeriale si è riunito solo due volte, da quando è entrata in vigore la Delega. A complicare le cose l'avvicendamento al Mipaaf degli interlocutori politici e tecnici in grado di portare avanti il riordino. "C'è un problema di credibilità- aggiunge Brignolo- e di inadeguatezza nazionale di fronte alle soluzioni adottate da altri Paesi europei dove l'industria delle corse e tutto l'indotto produttivo ed occupazionale sono tenuti in ben altra considerazione. E ci sono ricadute- conclude- anche sulle anagrafi e sulla ricerca scientifica e medico veterinaria, dato che è il cavallo atleta a stimolare e trainare l'avanzamento scientifico della medicina veterinaria e la tutela degli equini".

Durissimo Enrico Tuci- presidente degli Imprenditori Ippici che parla di "assoluta incapacità del Mipaaf a gestire tutto quanto riguarda l'attività del settore. Oltre alla discontinuità dei pagamenti, del mancato rimborso delle iscrizioni ed il pregresso dei 3 mesi del 2012, molti hanno ribadito la questione ormai gravissima dell'allevamento che si sta spegnendo, completamente ignorato dal ministero, e della assurda, improvvisata ed inefficace programmazione", dichiara Tuci. 

La questione del forte calo dei nati, "rischia di rendere inutile qualsiasi tentativo di rilancio del settore per mancanza fisica del numero di cavalli necessari a realizzare un programma ed un palinsesto attraenti sia dal punto di vista sportivo che per la raccolta del gioco- afferma Tuci, che conclude: "Questo, a mio avviso, un motivo in più per fare presto con la Riforma e attuare immediatamente un programma di sostegno all'allevamento italiano, programma che, evidentemente, questo inetto ministero non intende attuare".

Molti i parlamentari presenti ieri, che hanno raccolto l'appello dell'On Fanucci:  Tomassini,  Fucsia, Santulli, Lattuca, Petrini e molti altri, fra cui l'On Brandolini- secondo il quale il sottosegretario Legnini avrebbe già definito una bozza del Decreto attuativo e adesso sembra ormai imminente la nomina del nuovo sottosegretario- e l'On Santulli che, oltre a ribadire l'estrema urgenza del Decreto, ha sollecitato un coinvolgimento diretto del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.