E' scritto nel Documento di Economia e Finanza (DEF) del Governo: "Ciò è coerente con quanto da tempo raccomandato dalla Commissione Europea e dall’OCSE".
Rimodulazione delle aliquote IVA- Nel comunicato stampa di Palazzo Chigi, al primo punto della nota di aggiornamento al DEF è citata la "cancellazione degli aumenti dell’Iva previsti per il 2019". Si tratta degli aumenti progressivi automatici, previsti nel caso in cui (cd clausole di salvaguardia) lo Stato non disponga delle corrispondenti coperture.
Nella bozza di DEF anticipata dalla stampa, si parla anche di rimodulazione delle aliquote IVA, pur senza aggiungere altro nè facendo cenno- come fa invece la proposta di legge della Commissione Finanze- alla ridefinizione delle Vat Rates in corso in Europa. La Commissione Finanze, presieduta dal M5S, punta a diventare una sorta di "collegato" alla Legge di Bilancio.
In base alle clausole di salvaguardia, gli aumenti delle aliquote sono programmati secondo una progressione dal 2019 al 2021
-l’aliquota IVA ordinaria (22%) passerà
al 24,2 per cento dall’1 gennaio 2019
al 24,9 per cento dall’1 gennaio 2020
al 25 per cento dall’1 gennaio 2021
-l’aliquota IVA ridotta (10%) passerà
-all’11,5 per cento dall’1 gennaio 2019
-al 13 per cento dall’1 gennaio 2020
La riduzione delle spese fiscali (detrazioni)- Nel DEF si legge anche "l’esigenza di razionalizzare" le cosiddette spese fiscali ( tax expediture) ovvero le detrazioni fiscali. Attualmente, le detrazioni fiscali sono molteplici, non coordinate e pertanto non in grado di "assicurare la trasparenza delle politiche di bilancio". La scelta delle agevolazioni su cui intervenire "sarà guidata da un’attenta valutazione, tenendo in considerazione aspetti legati al costo-efficacia delle agevolazioni, ai risultati che hanno prodotto e ai loro impatti redistributivi". La revisione delle detrazioni fu avviata e poi accantonata nel corso della precedente legislatura.
La flat tax- Il Governo "intende avviare da subito la riforma dell’imposta sui redditi delle famiglie e dei cosiddetti contribuenti minimi. La graduale introduzione di una flat tax sui redditi "avrà un ruolo centrale nella creazione di un clima più favorevole alla crescita e all’occupazione tramite la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro". Per le persone fisiche (IRPEF) "si passerà inizialmente dalle attuali cinque aliquote a tre aliquote e quindi a due a partire dal 2021. Il livello delle aliquote verrà gradualmente ridotto, fino ad arrivare ad un’unica aliquota del 23 per cento per i redditi fino a 75 mila euro e del 33 per cento sopra a tale livello entro la fine della legislatura.
Il regime dei contribuenti minimi, aggiornato dalla Legge di Stabilità 2015, prevede la possibilità - anche per i liberi professionisti- di beneficiare di un regime fiscale agevolato tramite una forfettizzazione della base imponibile e semplificazioni in termini di adempimenti IVA.
I cambiamenti allo studio del Governo "consistono nell’innalzamento della soglia di ricavi e delle spese per il personale e per beni strumentali a cui si applica il regime dei minimi, beneficiando così una platea più ampia di artigiani, piccoli imprenditori e professionisti".
Contrasto all'evasione fiscale- L’applicazione di nuove tecnologie consentirà di fare "controlli mirati". I flussi informativi e le basi dati sulle transazioni verranno incrociate con quelle delle dichiarazioni dei redditi. L’avvio della fatturazione elettronica obbligatoria dal prossimo 1° gennaio "dovrebbe migliorare significativamente la base informativa a disposizione dell’Agenzia delle Entrate".
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