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CONSULTAZIONE EUROPEA

Antimicrobici in deroga, il parere di ANMVI per la UE

Antimicrobici in deroga, il parere di ANMVI per la UE
ANMVI chiede alla Commissione Europea di consentire l’uso di antimicrobici in deroga (cd. "cascata") sulla base di un test batteriologico e di un antibiogramma. Con ulteriori restrizioni la legislazione europea "rischia di ammettere, di fatto, circostanze di totale impossibilità di cura per gli animali da compagnia". Il testo del commento inviato al portale Have Your Say.

E' in chiusura la consultazione pubblica promossa dalla Commissione Europea sulla bozza di regolamento delegato che istituisce una lista di antimicrobici non utilizzabili o utilizzabili solo a determinate condizioni, al di fuori dei termini di autorizzazione all'immissione in commercio. L'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) ha inviato il proprio contributo evidenziando in premessa il quadro delle restrizioni già vigenti:  il regolamento (UE) 2019/6; il regolamento delegato 2022/1255 (che ha elencato gli antimicrobici riservati al trattamento di infezioni nell’uomo); la classificazione Ameg (EMA Categorisation of antibiotics for use in animals).

Analizzata la bozza in consultazione, la richiesta è di consentire l’uso di antimicrobici in deroga, ai sensi dell’articolo 112 del Regolamento (UE) 2019/6, sulla base di un test batteriologico e di un antibiogramma. "Ciò offre, a nostro avviso, adeguate garanzie di un utilizzo appropriato, consapevole e necessario"- osserva l'ANMVI nel suo commento pubblico.
Negli animali da compagnia, in particolare quelli a stretto contatto con bambini e anziani, impedire un trattamento efficace delle infezioni comprometterebbe anche la salute umana. Anche per questo, il Legislatore europeo dovrebbe ammettere l'impiego degli antibiotici indicati dall'antibiogramma.
Ciò che dall’antibiogramma deve scaturire, ad avviso di ANMVI, non dovrebbe essere un responso negativo di cura, bensì la risposta più corretta per l’utilizzo più razionale, più ragionato e più consapevole possibile dell’antibiotico. Pertanto, se un antibiogramma dimostra che un dato antibiotico, utilizzato anche in medicina umana, è sensibile e appropriato, il suo utilizzo nella pratica veterinaria dovrebbe essere consentito.

Superare l’attuale rigoroso livello di restrizioni all’uso degli antibiotici rischia di portare la legislazione europea ad ammettere, di fatto, circostanze di totale impossibilità di cura per gli animali da compagnia. Ciò sarebbe inaccettabile per i Medici Veterinari e incompatibile con il Trattato Europeo che riconosce il principio della “senzienza” animale, e con il vigente articolo 9 della Costituzione Italiana.

Alla luce di quanto di seguito esposto, ANMVI invita il Legislatore europeo a migliorare l’analisi rischi-benefici e ad osservare il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza da un punto di vista più “one health” e più efficacemente orientato, integrandolo con l’impiego di antimicrobici in campo umano.

Infine, ANMVI ricorda che in Italia i medici veterinari prescrivono in modalità elettronica i medicinali veterinari attraverso un Sistema informativo per la Farmacosorveglianza del Ministero della Salute che garantisce la tracciabilità di tutti i medicinali veterinari dalla distribuzione alla somministrazione, incluso l’impiego al di fuori dei termini dell’autorizzazione in commercio (cd uso a cascata). Un tale sistema rafforza l’uso razionale dell’antimicrobico consentendo di analizzare i consumi su base ragionata e non meramente quantitativa.

L’ANMVI mette da tempo a disposizione delle autorità competenti e dei Medici Veterinari delle Linee guida per l’uso prudente dei medicinali antimicrobici negli animali da compagnia. Le linee guida offrono un ausilio supplementare ad una pratica professionale, sempre più bisognosa di semplicità e chiarezza legislativa.

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