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LEGGE DI BILANCIO

IVA e detrazioni, ANMVI: c'è ancora tempo per ripensarci

IVA e detrazioni, ANMVI: c'è ancora tempo per ripensarci
Con i suoi 4.550 emendamenti, il Parlamento punta a riscrivere la Legge di Bilancio. La manovra- che dovrà essere varata entro dicembre- è entrata nel vivo della discussione parlamentare. Per l'ANMVI- che ha diffuso un comunicato stampa- c'è ancora tempo per intervenire sull'IVA e sulle detrazioni fiscali in Veterinaria.

Sulla rimodulazione delle aliquote IVA e sul taglio delle detrazioni fiscali, il Governo dovrà superare la prova del Parlamento.

Rimodulazione delle Aliquote IVA- Il Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri alle Commissioni Finanze di Camera e Senato, dopo avere confermato che l'IVA non aumenterà , ha aggiunto: "Questo non esclude che si possano valutare rimodulazioni". A questo proposito l'ANMVI torna a chiedere di:
1) portare in fascia agevolata (10%) l’IVA veterinaria e sugli alimenti (22%) allineando queste ultime all’aliquota applicata al farmaco veterinario (10%)
2) esentare da IVA le prestazioni veterinarie erogate in regime privato, rientranti nelle categorie:
- “one health” (es. profilassi vaccinale, prevenzione zoonosi),
-  di pubblica rilevanza sanitaria (es. le prestazioni che rientrano nei LEA, come ad esempio le sterilizzazioni)
- obbligatorie per legge (es. microchippatura)

Detrazioni fiscali: aumento premio con il cashless- ANMVI chiede di escludere le spese veterinarie da qualunque forma di revisione delle detrazioni fiscali (19%). Anzi  di aumentarle, premiandole nell’ambito delle politiche cashless. Al contrario, la Legge di Bilancio 2020 fissa a 120.000 euro di reddito/cittadino il tetto oltre il quale – da gennaio 2020- le detrazioni veterinarie potranno essere ridotte o cancellate.
Si tratta di una misura ampiamente impopolare. Indipendentemente dalla soglia di reddito (medio alta) dei proprietari interessati, vengono infatti coinvolte le cure per milioni di animali da compagnia (questi ultimi i veri penalizzati dal punto di vista sanitario-fiscale, ancorché posseduti da proprietari di ceto medio-alto)

La spesa dei farmaci veterinari- Secondo l'ANMVI, la parificazione delle aliquote al 10% (sia dei medicinali veterinari che delle prestazioni veterinarie) agevolerebbe la dispensazione diretta del farmaco veterinario da parte del medico veterinario e cancellerebbe la differenza di aliquote del 12% (una sorta di indebita “IVA occulta” per il cliente/proprietario).
Per contrastare il “caro farmaco veterinario”, l'ANMVI ricorda che è stata più volte valutata in sede parlamentare l’opportunità di incoraggiare i generici in medicina veterinaria (oggi nei medicinali veterinari non c’è la possibilità di distinguere facilmente i farmaci generici rispetto agli originator perché sono individuati con un nome di fantasia e non sempre hanno un prezzo inferiore agli originator).

Il regime fiscale applicato alle cure veterinarie nel nostro Paese.
-Aliquota 22% su tutte le prestazioni veterinarie rese in regime privato (8.200 strutture veterinarie in Italia)
-Aliquota 22% sugli alimenti per animali da compagnia (60milioni di pet in Italia di cui 14,5 milioni di cani e gatti- 1 famiglia su 3 con un pet)
-IVA-esenti le prestazioni veterinarie rese da SSN/SSR (es. microchip presso le Asl)
-Aliquota IVA intermedia del 10% sull’acquisto di medicinali veterinari

Le detrazioni fiscali sono concesse solo per le spese veterinarie sostenute per gli animali da compagnia (non detenuti a scopo economico-produttivo). La detrazione Irpef è al 19%, con sbarramento, consentendo un beneficio fiscale netto massimo di 49 euro all’anno (comprese le spese per acquisto medicinali veterinari). Le fatture dei Medici Veterinari sono inviate annualmente al Sistema Tessera Sanitaria per consentire alle Entrate la compilazione del 730 on line in cui viene riportato lo sconto/detrazione fiscale sulle spese veterinarie (farmaci inclusi nel computo).

Ufficio Stampa ANMVI