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SIAN E COMPETENZE

Tar: dimostrare che il veterinario è 'più rilevante'

Tar: dimostrare che il veterinario è 'più rilevante'
Il Tar della Liguria accoglie il ricorso degli igienisti e mette ancora una volta in discussione la scelta della Regione Liguria e delle Asl: prevalenza veterinaria solo "presuntiva"  e priva di "circostanziata valutazione". La Asl avrebbe dovuto istituire un "reale confronto tra i settori che hanno necessità di avere come dirigente un medico o un veterinario".
Per dirigere un servizio di Igiene degli alimenti del dipartimento di prevenzione accorpato con il servizio veterinario in un'area della sicurezza alimentare va bene un medico veterinario secondo l'Asl di La Spezia, visto che sul territorio ci sono molte attività di depurazione molluschi, macellazione, acquacoltura ecc. Ma il Tar della Liguria non è d'accordo e con una sentenza del 7 febbraio ha bocciato la decisione dell'Asl.
Il Tar per la Liguria ha dichiarato illegittima e conseguentemente annullata la determinazione dell'Asl 5 Spezzino con la quale veniva nominato a capo della neocostituita struttura complessa "Sicurezza alimentare" un veterinario escludendo dalla selezione 5 medici che avevano presentato regolare domanda di partecipazione. Con la sentenza del 7 febbraio scorso, il Giudice ha ritenuto "aprioristica" la decisione della Asl, in assenza di un reale confronto fra i settori di attività che hanno la necessità di avere come dirigente un medico o un veterinario. Ne dà circostanziata notizia il Sole 24 Ore Sanità.
La sentenza si richiama a precedenti pronunce del 2012, con le quali era stata annullata la determina della Regione Liguria in base alla quale tutte le Asl dovevano  proporre un veterinario a capo della neocostituita struttura complessa Sicurezza alimentare, nata dalla fusione del Servizio medico di Igiene degli Alimenti e Nutrizione e del Servizio veterinario di Igiene degli alimenti di origine animale.
La sentenza sancisce che mettere un veterinario ed escludere in un bando di concorso per il Sian (Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) i medici igienisti è un'anomalia, ha sottolineato la professoressa Maria Triassi, Professore Ordinario Igiene Università Federico II di Napoli e componente della Giunta Siti.

Il Tar è intervenuto sul ricorso di un gruppo di medici igiensiti secondo i quali la scelta dell'Asl considera solo una parte dell'attività di competenza della struttura ritenendo il profilo veterinario «settore più rilevante». Ma, secondo i medici si omette la necessaria comparazione delle attività produttive, ad esempio con i servizi di ristorazione della fascia costiera dell'area spezzina.Secondo l'Asl la motivazione va cercata nell'opzione per il metodo quantitativo-qualitativo, parametro in base al quale prevale la competenza veterinaria.Ma il Tar ritiene fondato il ricorso ritenendo che anche in base al metodo comparativo i dirigenti dell'Asl avrebbero dovuto istituire un reale confronto tra i settori di attività che hanno necessità di avere come dirigente un medico chirurgo o un medico veterinario.In assenza di questi presupposti «ricorre una situazione in cui risulta esposta la giustificazione di una scelta compiuta a priori, e così illegittimamente». Di conseguenza, conclude la sentenza «l'atto impugnato è illegittimo e va annullato, assorbite le ulteriori censure, dovendosi demandare all'azienda sanitaria perché riesamini la questione alla luce delle considerazioni che precedono. In tale sede l'Asl 5 Spezzino ben potrà ribadire la propria determinazione, ma dovrà adottarla all'esito di un percorso motivo che sia congruo e comprensibile».

La sentenza del 7 febbraio 2014 del Tar per la Liguria, è il commento del Sole,  mette ancora una volta in discussione la scelta della Regione Liguria e delle aziende sanitarie locali che, in analogia all'Asl 5 Spezzino, hanno stabilito in via presuntiva ed in assenza di una circostanziata valutazione, la prevalenza dell'attività veterinaria nell'ambito della sicurezza alimentare. Mentre gli stessi Regolamenti comunitari che regolamentano la sicurezza alimentare anche nel nostro Paese non stabiliscono quale titolo di studio sia necessario per svolgere le funzioni di controllo ufficiale mentre evidenziano la necessità di un'adeguata formazione in materia. La complessità di un approccio complessivo al tema dell'alimentazione in termini di sicurezza igienica e nutrizionale richiede molteplici contributi professionali che sono ben rappresentati nei Servizi di Igiene degli Alimenti e Nutrizione che comprendono, oltre a medici igienisti, biologi, tecnici della prevenzione, dietisti, chimici.Si tratta della stessa logica miope che ha portato, in assenza di un effettiva analisi del rapporto costo beneficio, a sacrificare i Servizi di Igiene Alimenti e Nutrizione, i cui costi (0,3-0,4% fondo sanitario nazionale) appaiono trascurabili a fronte delle competenze che vanno ben oltre il controlli di sicurezza alimentare e la cui eliminazione non si è limitata ad una semplice riduzione di primari. In capo ai Sian, non dimentichiamolo, con specifico Decreto Ministeriale (n° 185 del 16/10/1998), vi è il controllo oltre che di produzioni vegetali, acqua potabile, ristorazioni collettive anche la sorveglianza nutrizionale, la nutrizione collettiva, la dietetica preventiva e la prevenzione nutrizionale strategica per la prevenzione delle malattie cronico degenerative ( malattie cardiocerebrovascolari, diabete, tumori, patologie osteoarticolari e neurodegenerative ) causa di oltre due terzi di morti, perdita di anni in buona salute e spese sanitarie.
Tutto questo mentre la comunità scientifica e le principali agenzie sanitarie internazionali dimostrano in modo inconfutabile che solo la prevenzione è in grado di ridurre i costi sanitari ed assicurare le necessarie garanzie alle produzioni alimentari italiane fra le poche in crescita anche nell'export (+ 12% nel primo trimestre 2014).

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