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SESTO CENSIMENTO AGRICOLTURA

Censimento Istat: dieci anni nelle aziende zootecniche

Censimento Istat: dieci anni nelle aziende zootecniche
Pubblicati i dati conclusivi del 6° Censimento dell'agricoltura 2000-2010. Progressiva concentrazione degli allevamenti. Il Nord conferma la maggiore vocazione zootecnica. L'allevamento bovino traina il comparto. Negativa incidenza delle emergenze sanitarie. Il biologico prevale nel Mezzogiorno.

La fotografia che chiude il decennio 2000-2010, scattata dall'Istat mostra un settore zootecnico caratterizzato dalla concentrazione degli allevamenti in aziende di maggiori dimensioni. Il fenomeno seppure con diverse intensità, è comune a tutte le ripartizioni geografiche del Paese.

Diminuzione e concentrazione - Sono 217.449 le aziende agricole con allevamenti e tra queste 4.838 sono esclusivamente zootecniche, cioè praticano l'allevamento del bestiame senza contemporaneamente coltivare terreni. Nel complesso, queste realtà diminuiscono del 41,3% rispetto al 2000, esse registrano un calo contenuto in termine di Unità di Bestiame Allevato (UBA), pari allo 0,6%. Ne consegue che nel corso del decennio anche nel settore zootecnico è avvenuta una concentrazione degli allevamenti in aziende di maggiori dimensioni. Infatti, il numero di UBA per azienda allevatrice aumenta da 26,9 nel 2000 a 45,6 nel 2010.
Influenze negative - Nell'ultimo decennio il settore zootecnico ha subito la negativa influenza della forte concorrenza internazionale, delle regolamentazioni di mercato e delle periodiche crisi dovute ad emergenze sanitarie. Il numero delle aziende zootecniche è diminuito ad un ritmo maggiore rispetto alle aziende agricole in complesso, cosicché l'incidenza delle prime sul totale si riduce dal 15,5% al 13,4% in dieci anni.

La vocazione zootecnica è nel Nord Est - Il peso del settore zootecnico su quello agricolo nel suo complesso varia però a secondo delle aree geografiche, con dinamiche differenti nel corso del decennio. Il Nord-est consolida la sua vocazione zootecnica con circa un terzo delle aziende dedite all'allevamento (31,5%) e un incremento del 16,6% dell'incidenza rispetto al 2000. Nelle Isole si registra il maggior incremento dell'incidenza delle aziende zootecniche sul totale (+4 punti percentuali). Nelle altre ripartizioni geografiche il settore esce ridimensionato dal confronto con il 2000, almeno in termini relativi.
Aziende zootecniche per ripartizione geografica. Le aziende con allevamenti, pari a 217.449 unità, risultano equamente distribuite tra le ripartizioni geografiche, anche se emergono significative specializzazioni regionali. In particolare, le regioni del Nord si confermano essere quelle a maggiore vocazione bovina, suina ed avi-cunicola, mentre quelle del Centro-Sud e delle Isole continuano ad essere tradizionalmente legate all'allevamento ovi-caprino e bufalino. L'incidenza del settore zootecnico su quello agricolo nel suo complesso varia a seconda delle aree geografiche. Le Regioni e Province autonome a maggiore vocazione zootecnica sono Bolzano, dove le aziende con animali sono il 49,2% del totale, la Valle d'Aosta (41,6%), la Lombardia (40,6%), e la Sardegna (33,8%). L'allevamento di bestiame è assai meno diffuso in Puglia, dove è praticato solo dal 3,3% delle aziende agricole, in Sicilia (7,0% ) e in Calabria (7,4%).

I bovini settore trainante - L'allevamento bovino si conferma essere il settore trainante del comparto zootecnico. Esso è praticato da 124 mila aziende, pari al 57,1% di quelle zootecniche. Rispetto al 2000 il loro numero è diminuito del 27,8%, mentre il numero di capi allevati, pari a 5,6 milioni, si è contratto del 7,5%. Conseguentemente, il numero medio di capi allevati per azienda sale da 35,2 nel 2000 a 45,0 nel 2010. Questo tipo di allevamento è particolarmente diffuso nel Nord del Paese, in particolare in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Nel complesso queste quattro regioni detengono poco meno dei due terzi (64,6%) del patrimonio bovino italiano.

Allevamento biologico - Le aziende biologiche nel nostro Paese risultano 44.455 (2,7% del totale nazionale). Di queste 43.367 applicano il metodo biologico su 781.490 ettari di terreni coltivati, mentre 7.704 lo adottano nell'allevamento del bestiame. Nel settore zootecnico il metodo di produzione biologico risulta essere relativamente più diffuso nell'allevamento dei caprini (9,8% del totale dei capi allevati) e degli ovini (9,1%). La pratica della produzione biologica è particolarmente rilevante nel Mezzogiorno dove è presente il 63% delle aziende di questo tipo e il 71% della superficie condotta in modo biologico. In particolare nelle Isole si registra il valore più elevato di superficie biologica media per azienda (24,9 ettari per azienda) e quote più elevate di capi allevati con metodo biologico sul totale, per quasi tutte le specie.

Metodologia- Nel 2010 il 6° Censimento generale dell'agricoltura ha rilevato i soli capi per la vendita o i cui prodotti fossero destinati alla vendita, per le specie di ovini, caprini, suini, avicoli, conigli, struzzi. Nel 2000 e nei censimenti precedenti, invece, erano state rilevate tutte le aziende che gestivano allevamenti, a prescindere dalla destinazione – autoconsumo o vendita – dei capi o dei prodotti degli stessi.

pdfRISULTATI DEFINITIVI DEL 6 CENSIMENTO ISTAT.pdf1.41 MB