Moltissimi allevatori molisani sia soci A.R.A. (Associazione Regionale Allevatori) che non, si dicono "sconcertati" di fronte all'imposizione, da parte dell'A.R.A. e del Servizio Veterinario, del bolo endoruminale contenente microchip per l'identificazione degli animali e l'iscrizione degli stessi in Banca Dati Nazionale.
Lo riferisce la stampa regionale, insieme alle numerose domande connesse al procedimento: Introdurre un bolo di ceramica, contenente il microchip, nel reticolo dell'animale, quanta sofferenza dà allo stesso? Dov'è finito il benessere animale di cui si parla tanto? Perchè gli ovini e i caprini devono rischiare la loro vita con l'introduzione del bolo e perchè si parla di assicurare gli animali? Quanto si accorcia la vita con un peso nello stomaco? Quanto può diminuire la produzione di latte e carne se gli animali sono sottoposti a tale stress? Chi recupererà il bolo all'atto della macellazione degli ovini?
Gli allevatori chiedono informazioni e notizie certe considerando che è nel loro interesse identificare i propri animali ed iscriverli in BDN (Banca Dati Nazionale) istituita dall'Istituto Zooprofilattico di Teramo. Il regolamento CE n° 21 del 2004 e successive note e circolari del Ministero della salute prevede la scelta da parte dell'allevatore tra due diversi metodi di identificazione elettronica: il bolo endoruminale con micrchip o la marca elettronica con microchip.
Perchè allora nella Regione Molise, gli allevatori non sono liberi di scegliere tra i due metodi di identificazione mentre nelle regioni vicine, come l'Abruzzo cio è possibile salvaguardando la vita degli animali con la scelta della marca elettronica con microchip al posto del bolo endoruminale con microchip?
Anche gli allevatori del Molise vogliono scegliere la marca elettronica con microchip, come le regioni vicine, "per arrecare meno danno fisico al proprio animale".