«Ritengo questo recepimento - spiega Martini, che oggi ha partecipato a un convegno su questo tema al ministero, organizzato insieme a Sival (Società italiana veterinari animali da laboratorio) e Aisal (Società italiana scienze animali), e si dice »piuttosto critica« nei confronti della normativa europea - l'occasione per rafforzare le misure di tutela degli animali impiegati e dare un impulso alle tecniche alternative». Martini sottolinea dunque l'intenzione di «imprimere una svolta alle questioni inerenti l'utilizzo di animali a fini sperimentali. Lo stesso D. L. 116 del 1992 ci obbliga a una rigorosa verifica delle condizioni in cui avviene qualsiasi sperimentazione che coinvolga animali, e sancisce inoltre che gli esperimenti possono essere eseguiti soltanto quando, per ottenere il risultato ricercato, non sia possibile utilizzare altro metodo scientificamente valido».
Tra le novità positive introdotte dalla direttiva comunitaria, il sottosegretario sottolinea l'istituzione di un Centro europeo per lo sviluppo e la convalida di metodi alternativi. «Questa strada perseguibile e auspicabile non è, come molti affermano, un ostacolo alla ricerca. Anzi, sono convinta che nel medio lungo termine - dice il sottosegretario - condurrà a un miglioramento della ricerca e dei risultati ottenuti». Martini assicura «il forte sostegno del ministero alla ricerca scientifica in tal senso», e l'importanza del lavoro perseguibile attraverso il Laboratorio substrati cellulari e immunologia cellulare dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna di Brescia, già individuato come Punto di contatto Nazionale.