E' questo a parere dell'Anmvi l'indirizzo che il Legislatore dovrà tenere nel riformare la Legge 281, con conseguenti ricadute sulle disposizioni regionali, non ravvisando nel ruolo del libero professionista compiti di "delazione".
La sollecitazione viene da alcuni casi riferiti al servizio di consulenza legale dell'Associazione, l'ultimo di pochi giorni fa, che vede coinvolto un libero professionista siciliano: in base alla Legge regionale 15/2000, un Comune del catanese ha sanzionato il libero professionista che, avendo in cura i cani di una cliente "ometteva di segnalare alla Ausl competente la mancata iscrizione all'anagrafe canina degli animali di cui lo stesso ha cura". La sanzione amministrativa, di 172 euro nel caso in questione, può arrivare fino a 520 euro.
Ma la Sicilia non è l'unica Regione ad aver imposto l'obbligo di segnalazione del proprietario. Con fattispecie diverse, il veterinario libero professionista è obbligato a riferire alla Asl o al Comune la mancata identificazione del cane di proprietà secondo la normativa vigente in molte Regioni, ad esempio Calabria, Campania, Friuli, Lazio, Toscana, Sardegna, Liguria, Marche.
Per l'Anmvi non può attribuirsi al medico veterinario privato un ruolo che giuridicamente non gli compete e che è prettamente clinico, di prevenzione e di informazione. La segnalazione del proprietario inadempiente può risultare controproducente rispetto alle necessità di cura dell'animale e il proprietario deve essere incoraggiato a rispondere di obblighi di legge di cui rimane tuttavia il solo responsabile. In tal senso si è espressa questa estate anche la Fnovi, indicando come non perseguibile dal punto di vista deontologico-disciplinare il medico veterinario che dia corso alle cure ad un paziente non identificato.