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RAGUSA, INTERVENTO DELL’ORDINE DEI VETERINARI

RAGUSA, INTERVENTO DELL’ORDINE DEI VETERINARI
Definiti i piani di intervento per affrontare il randagismo nel ragusano, l'Ordine dei medici veterinari di Ragusa auspica una riflessione sui fatti di Scicli e, per il futuro, una maggiore rilevanza della categoria, quale unica referente sulle questioni riguardanti il rapporto uomo- animale. "Stante la necessità di concordare i piani d'intervento con le autorità competenti, al fine di raggiungere nel più breve tempo possibile la risoluzione o quanto meno la gestione del problema randagismo, che sta alla base degli incresciosi eventi accaduti, l'Ordine dei medici veterinari di Ragusa auspica, per il futuro, una maggiore rilevanza al ruolo della categoria, quale unica referente sulle questioni riguardanti il rapporto uomo- animale. Ciò al fine di incrementare la presenza sul territorio di figure specializzate e istituire centri d'assistenza, fruibili dai possessori di cani, finalizzati alla risoluzione delle problematiche riguardanti tutte le sfere del rapporto uomo animale: da quelle strettamente sanitarie, a quelle gestionali, sociali e di convivenza".

E' quanto scrive l'Ordine dei medici veterinari di Ragusa in un comunicato in cui si dichiara " fiducioso nella collaborazione delle autorità", ma nel quale "sottolinea altresì l'importanza di affiancare al servizio di anagrafe canina un aumento dei controlli sul territorio, con l'applicazione delle ammende previste".

" Sicura colpa a livello locale - prosegue la nota a cura del Presidente Giuseppe Licitra- è quella di non aver mai denunciato con il dovuto vigore e convinzione (cosa che sta avvenendo invece a tragedia consumata) l'assolutamente inadeguata dotazione finanziaria per poter porre argine al problema. Si è invece cercato di fare il possibile con le risorse assegnate, e quando queste non sono state sufficienti si è cercato di approntare delle soluzioni di "fortuna".

"Le colpe a livello di regione e a livello centrale è quella di voler attuare una legislazione che prevede il non abbattimento dei cani randagi catturati e non reclamati da alcun proprietario, scelta che noi condividiamo dal punto di vista etico e di progresso civile, (anche se unica nei paesi europei e forse in tutto il mondo occidentale) ma per la quale occorre una mobilitazione di risorse finanziarie enorme". E' quindi necessario, "riflettere serenamente sulle motivazioni etiche ed ideologiche che hanno portato alle attuali leggi di lotta al randagismo, e prendere in seria considerazione l'eventualità di rivederle, nell'impossibilità di reperire risorse adeguate per attuarle".

La nota dell'Ordine contiene anche un "appunto a tutti i cittadini della provincia: il randagismo non è problema che nasce e cresce spontaneamente. E' causato dal continuo abbandono di cani da parte di cittadini. Si amplifica grazie alla possibilità che questi cani hanno di alimentarsi adeguatamente grazie al cibo offerto volontariamente dalle persone o reperito nei cassonetti della spazzatura o in discariche abusive".

A fronte della grave emergenza, i medici veterinari di Ragusa "si stanno impegnando fattivamente per il recupero, la cattura, e il ricovero di tutti i cani ritenuti pericolosi o comunque da valutare"- conclude il comunicato- "con lo scopo di risolvere la crisi, garantire la sicurezza del territorio, studiare e valutare i soggetti in questione, per stabilire i provvedimenti da adottare creando spunti di ricerca per garantire la salute pubblica nel rispetto del benessere animale".