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CASSAZIONE, CAVALLO ATLETA E CURA NON RIUSCITA

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La Cassazione Civile si è espressa sulla esclusione della responsabilità professionale del veterinario nella cura non riuscita di un cavallo da corsa. Considerato che la infiltrazione praticata ad un cavallo affetto da zoppia, con movimento "a scatto" era consigliata dalla pratica sanitaria e non deve essere considerata inopportuna, anzi doverosa e necessaria, l'effetto collaterale verificatosi (gonfiore dell'articolazione con le conseguenze ulteriori) era imprevisto ed imprevedibile nella sua certezza. La valutazione sul rischio dell'impiego del farmaco usato deve essere lasciata al medico nella sua autonomia, "garantita dalla informazione scientifica", nel calcolo che va fatto in relazione al beneficio che il farmaco comporta. L'assenza, dunque, nella specie, di negligenza o inadeguata preparazione nell'esecuzione della prestazione professionale, come pure l'accertata preesistenza (al momento cioè del suo acquisto) di una patologia che sconsigliava l'impiego sportivo del cavallo, portavano a ritenere che "nessun addebito" può essere posto a carico del veterinario sia a titolo di colpa grave che lieve. (fonte: dirittosanitario.net)