E’ stato depositato il 6 settembre, durante un incontro con il Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Cesare Damiano, il Contratto Collettivo Nazionale degli studi professionali.
Dopo la firma dello scorso 3 maggio, il contratto viene ufficialmente registrato presso il Ministero del Lavoro e diventa il riferimento per un comparto che interessa 4 milioni di operatori e produce il 12,5% del PIL nazionale.
Il settore professionale registra, infatti, una crescita costante per numero di addetti e dà lavoro a oltre 1,5 milioni di lavoratori dipendenti, spesso vittime della crisi di settori maturi. Il contratto collettivo nazionale di lavoro degli studi professionali è entrato in vigore il 3 maggio 2006 e rappresenta il testo contrattuale unico valido per tutti i settori delle libere professioni. È stato sottoscritto da Confprofessioni ( a acui aderisce ANMVI) , Confedertecnica e Cipa (per i datori di lavoro), Filcams Cgil, Fisasct Cisl e Uiltucs Uil (per i dipendenti). Il contratto è stato calato nella realtà degli studi professionali e del lavoro intellettuale autonomo, presenta una serie di strumenti finalizzati a sviluppare nel modo più consono ed efficace lo sviluppo gestionale e, nel contempo, a offrire gli adeguati strumenti di tutela al dipendente, risorsa vitale dello studio professionale: unicità del contratto; eventuale specificità territoriale; assistenza, previdenza e bilateralità per i dipendenti; apprendistato personalizzato fino a 29 anni; opportunità di formazione continua gratuita (Fondoprofessioni); forme contrattuali elastiche e flessibili, come previsto dalla legge Biagi (telelavoro, part-time, ecc.). Il Contratto si applica all’ Area professionale Medico – Sanitaria - Medici, Medici Specialisti, Medici Dentisti, Odontoiatri, Medici Veterinari e Psicologici; Operatori Sanitari, abilitati all’esercizio autonomo della professione di cui alla specifica Decretazione Ministeriale,ad esclusione dei Laboratori Odontotecnici.