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STUDI DI SETTORE E PIANIFICAZIONE

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Prende forma il sistema integrato studi di settore-pianificazione fiscale concordata che, in base alla Finanziaria 2005, dovrebbe costituire la spina dorsale delle regole di prelievo per piccole imprese e professionisti. E dopo il vertice di giovedì che ha registrato un'intesa fra ministero dell'Economia e categorie sugli studi di settore, si precisano i contorni dell'accordo sugli strumenti di accertamento e cominciano ad arrivare nuove indicazioni su come funzionerà la pianificazione. Concordato e congruità. Per l'accesso alla pianificazione concordata occorrerà anche la congruità agli studi. Il contribuente che accetta l'accordo triennale con il Fisco, oltre a garantire il reddito pianificato, dovrà assicurare all'amministrazione anche che il livello dei ricavi dichiarato sia congruo ai fini degli studi di settore. In questo modo il contribuente, nel triennio di validità del concordato, dovrà comunque adeguare annualmente i propri ricavi agli studi di settore se non vorrà essere accertato dal Fisco. La soluzione di vincolare la pianificazione e i suoi "vantaggi" anche alla congruità dei ricavi a mezzo studi, fa sì che lo sconto del 4% sull'extrareddito sia in sostanza collegabile solo a un comportamento virtuoso del contribuente. Il contribuente, una volta ricevuta la proposta di pianificazione, potrà continuare ad avere il sostegno del suo consulente presentando all'amministrazione una "certificazione" delle informazioni e di tutti gli elementi strutturali dell'attività svolta non conosciuti al Fisco o divergenti in maniera sensibile rispetto al passato. In questo modo il contribuente potrà ottenere la riformulazione della proposta sulla base dei dati corrispondenti alle reali caratteristiche dell'attività, certificati dal professionista per quanto riguarda la loro veridicità. ( Il Sole 24 Ore, 4 dic. 2004)