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L’ONAOSI RISPONDE AGLI ORDINI DI MILANO

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Il presidente della Fondazione ONAOSI ha risposto alla lettera con cui gli Ordini di Milano (la Consulta regionale lombarda degli Ordini dei Farmacisti, dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano e dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Milano) si erano rivolti alla Presidenza del Consiglio, alla Corte dei Conti e ai Ministeri competenti per dirsi “subissati dalle proteste dei propri iscritti”, per ribadire , “l’iniquità e incomprensibilità di tale nuovo contributo, ritardi ed erroneità nelle richieste, difficoltà di comunicazione con l’Onaosi” e ritenendo “illegittimo il provvedimento ministeriale autorizzatorio, se non illegittima la norma di legge che ha creato il nuovo contributo obbligatorio e la susseguente quantificazione operata da Onaosi”. Nella sua risposta, il Presidente Paci ricorda che la manovra della Finanziaria 2003 “è stata apprezzata e unanimemente condivisa dai massimi rappresentanti degli Ordini professionali, tutti rappresentati e presenti negli organi della Fondazione, e ha iniziato a produrre i suoi effetti con un visibile decremento della pressione contributiva esercitata sui singoli”. Sugli “inviti a non versare i contributi”, osserva: “particolarmente grave è poi la posizione assunta dai sottoscrittori della più volte citata lettera, laddove, da rappresentanti di ordini professionali e, quindi, da pubblici funzionari, invitano, non già al rigoroso rispetto di una norma di legge, quanto piuttosto "a valutare", ciascun contribuente, "se pagare il nuovo contributo o segnalare che non pagherà il nuovo contributo in attesa delle decisioni del TAR del Lazio”. Nelle sue considerazioni finali, il Presidente Paci annota: “ Accade spesso (verrebbe da dire: appartiene alla storia del civis) di cogliere le insofferenze di chi è chiamato a pagare tributi o contributi di qualsiasi natura.Continuiamo a credere, tuttavia, che chi ha responsabilità di governo (anche associativo, ad ogni livello) dovrebbe preoccuparsi non già di "lisciare" la protesta, ma di esprimere argomenti razionali e logici.E’ noto che a nessuno piace pagare le tasse o le assicurazioni; che a tutti piacerebbe ricevere protezione sociale, ma non doverne sopportare i relativi costi; peccato che ciò non sia possibile.Le persone responsabili sanno tutto ciò e si comportano di conseguenza; lo Stato e il Parlamento avvertono il peso della responsabilità di distribuire in modo uniforme e il più possibile "lieve" il costo della previdenza e dell’assistenza, e, come nel caso dell’Onaosi, si comportano di conseguenza; gli organi di questa Fondazione hanno sempre saputo ciò e si sono comportati di conseguenza; ci auguriamo che anche gli estensori della lettera in questione riflettano sulle proprie responsabilità istituzionali e sui doveri di solidarietà che sono chiamati a esprimere e rappresentare”.