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BLU TONGUE, ANMVI: INTERVENTI TARDIVI

Secondo l’ANMVI le campagne di informazione e di comunicazione sulla blu tongue che il Ministero della Salute intende adottare sono tardive e insufficienti. Non solo: per come si annunciano c’è da credere che non serviranno a sedare gli animi degli allevatori, da mesi agguerriti contro le campagne di vaccinazione imposte dal Ministero, contro le restrizioni alla movimentazione dei capi e alle prese con danni e promesse di indennizzi. Inoltre non tengono conto della professione medico veterinaria impegnata sul campo, la stessa che aveva sentito mesi fa l’esigenza di fare chiarezza sull’emergenza, convocando un tavolo tecnico-scientifico a Palazzo Valdina. Il presidente dell’ANMVI, in riferimento alla riunione di ieri, ha dichiarato: “ Lo sforzo informativo verso gli allevatori e soprattutto i veterinari doveva essere fatto subito quando è partita la campagna vaccinale. I veterinari si sono spesso trovati soli ad affrontare una situazione grave di emergenza di fronte alle contestazioni e minacce degli allevatori. Quanto è stato deciso ieri arriva quindi tardivamente ed è ancora molto limitato rispetto all’esigenza di chiarezza che sarebbe necessaria. Inoltre ieri mancava all’incontro una rappresentanza del mondo professionale, di migliaia di colleghi pubblici e privati investiti dall’emergenza, che evidentemente secondo il ministero non hanno alcun titolo per essere ascoltati”. Già nel luglio di questa estate, prima delle autorevoli rassicurazioni di Jacques Fevrier rilasciate ieri in commissione parlamentare, l’ANMVI arrivava alle medesime conclusioni dell’esperto UE: contro l'epidemia di blue tongue non ci sono altre strade diverse dalla vaccinazione. Alla presenza del Ministero della Salute e del Professor Caporale dell’IZS di Teramo, esperti internazionali come James Mac Lachlan e Fabio Del Piero dell’Università della Pennsylvania illustravano le caratteristiche della malattia e la sua diffusione in Italia e nel mondo. Nella stessa occasione, le accese contestazioni degli allevatori, che numerosi prendevano d’assalto la sede parlamentare del convegno, e la massiccia affluenza di medici veterinari pubblici e privati, facevano eloquentemente sentire il bisogno di un urgente inversione di rotta nell’approccio del Ministero al problema. L’informazione è sempre stata carente ed il coinvolgimento dei medici veterinari largamente insufficiente. Quella tavola rotonda era il segnale di una situazione già esplosiva 5 mesi fa e che il Ministero ha sottovalutato o creduto di poter controllare.