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La preoccupazione si è estesa anche all’Italia, dove i consumatori di questi prodotti sono circa 10 milioni.
Già agli inizi dell’anno sono sorti alcuni problemi. Il kava kava, antiansiolitico estratto dal piper methysticum , che si dice abbia effetti positivi anche su menopausa e insonnia, ha scatenato gravi problemi di fegato, comprese cirrosi ed epatiti.
Il Ministero della Sanità ha, per questo motivo, messo a disposizione un sito per poter raccogliere le segnalazioni di eventi avversi e di eliminare dal commercio prodotti “pericolosi”.
Lina Trani, presidente di Unierbe, tranquillizza ricordando: “le piante officinali vendute in Italia sono sicure anche a livello di possibile interazione con i farmaci chimici. Occorre che la gente sappia bene di cosa si tratta. Non sono curative né integratori vitaminici né fitoterapici. È corretto dire che coadiuvano il benessere fisiologico”.
La proposta di una legge che garantisca sia i clienti che gli erboristi sulle piante officinali è all’esame della Commissione affari sociali della Camera.