Nella sezione “Breeds Nomenclature”, il sito della FCI - Federazione Cinologica Internazionale – pubblica una suddivisione delle razze in dieci gruppi, individuati sulla base del loro utilizzo. Repubblica Salute, oggi in edicola, riprende questi dati per un’analisi delle tendenze della cinofilia. Spiega l’etologo Claudio Pierantoni, consigliere del Ministero delle Politiche Agricole e forestali per l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana ( ENCI): " Sarebbe più corretto parlare di biotipo di razza canina che era già noto alle civiltà del 4000-3000 a.C.; oggi le razze riconosciute sono 400 e si sono sviluppate da continui incroci e reincroci di ceppi e linee di sangue talvolta simili, altre volte estremamente dissimili. Più che di razza pura dovremmo parlare di razza standardizzata, riconosciuta o non dall’ENCI". (…)"Riprodurre e allevare è un mestiere impegnativo - commenta Pierantoni- un allevatore serio deve essere intelligente preparato e qualche volta coraggioso perché le problematiche di questa categoria virtuale sono pesanti . Basti pensare che manca un inquadramento professionale e fiscale degli allevatori italiani . Questo penalizza tutti, in primo luogo il cane”.
Sono 157.675 i cuccioli iscritti ai libri genealogici italiani, 10 le razze più rappresentative. Nell’ordine: pastore tedesco, setter inglese, espagnul breton, rottweiler, labrador retriever, boxer, kurzhaar, segugio i. pelo raso, pointer e dobermann.
CANI DI RAZZA: LA TOP TEN DELLA FCI
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