La circolare diffusa dal Ministero dell'Ambiente fuga ogni dubbio. I professionisti non dovranno aderire alla tracciabilità informatizzata dei rifiuti. Dopo l'emendamento correttivo promosso dall'Area Sanità e Salute di Confprofessioni, anche il Ministero dell'Ambiente ufficializza con una circolare che i professionisti sono esclusi dal Sistri.
Il sistema per la gestione informatizzata dei rifiuti pericolosi- fra i quali non saranno contemplati quelli prodotti dalle strutture mediche e sanitarie- riguarderà solo gli enti e le imprese: "Non rientrano nella previsione normativa i produttori iniziali di rifiuti urbani, ancorché pericolosi. Inoltre, si ritiene che da tale obbligo debbano essere esclusi i produttori iniziali che non sono organizzati in enti o imprese"- così precisa la circolare ministeriale.
Vale l'obbligo per quelle (rare) realtà sanitarie che si sono organizzate in forma di impresa e che- in quanto iscritte alla Camera di Commercio (es. come srl) -erano e continuano ad essere ricomprese nella normativa Sistri. Tuttavia, per i primi dieci mesi di operatività, a decorrere dal 1° ottobre 2013, "nei confronti dei soggetti obbligati ad aderire al SISTRI non trovano applicazione le sanzioni previste dagli articoli 260 bis e 260 -ter, del d.lgs. 152/2006".
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