La pdl Gelli sulla responsabilità medica dimentica i Medici Veterinari. Testo estraneo e inapplicabile alla realtà professionale del 70% della Categoria. I Veterinari liberi professionisti rientrano fra le professioni sanitarie, ma in questa legge non ci sono. Comunicato stampa ANMVI: dimenticanza grave e ricorrente dei Legislatori. La proposta di legge dell'On Federico Gelli (foto) approvata ieri in prima lettura dalla Camera dei Deputati ha completamente trascurato che fra le professioni sanitarie ci sono i Medici Veterinari. Basta scorrere il testo per rendersi conto- quasi ad ogni articolo- della sua estraneità e inapplicabilità al settore della medicina veterinaria privata, esercitata in Italia dal 70% della Categoria, circa 19.000 professionisti su milioni di animali, da compagnia e da reddito. Per l’ANMVI il testo dovrà essere integrato con disposizioni specifiche per la professione veterinaria: così com’è va considerato estraneo e inapplicabile alla peculiare responsabilità professionale veterinaria.
“Purtroppo – osserva Marco Melosi, Presidente dell’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) – questa svista è una costante della legislazione nazionale. Il Legislatore, se non sollecitato in audizioni (che in questo caso non si sono svolte) dimentica che fra le professioni sanitarie ci sono anche i Medici Veterinari, i quali esercitano prevalentemente in regime libero professionale, nei riguardi di un paziente animale. Questa legge non parla al nostro mondo- continua Melosi- chi l’ha scritta e approvata pensava solo ai medici degli ospedali ed è un vero peccato, perché il testo poggia su principi di massima equilibrati che ci sentiamo di condividere. E’ quindi necessaria una correzione di rotta legislativa da parte del Parlamento o del Ministero della Salute”- conclude Melosi.
L’ANMVI ricorda che i Medici Veterinari liberi professionisti sono stati obbligati dalla riforma delle professioni del 2012 a dotarsi di una polizza di responsabilità civile e professionale (anche se il Consiglio di Stato ha sospeso l’obbligo fino al perfezionamento della normativa sui requisiti delle polizze) e che giuridicamente rientrano nel novero delle professioni sanitarie vigilate e disciplinate dal Ministero della Salute.
Il testo, licenziato ieri in prima lettura a Montecitorio, non ne tiene conto e presenta una serie di incognite. Gli aspetti da chiarire riguardano i punti salienti e più innovativi dell’articolato: responsabilità contrattuale o extracontrattuale? A chi spetta l’onere della prova? Quanto dura la prescrizione? Come si considera la responsabilità penale? Come saranno considerate le strutture veterinarie private che aderiscono a standard di qualità e applicano disciplinari di buona pratica veterinaria e linee guida internazionali per il paziente animale? Come funziona la rivalsa della struttura sul professionista?
L’elenco degli interrogativi può ben allungarsi: basta leggere il testo in relazione alla professione medico veterinaria per rendersi conto che per il Legislatore italiano quest’ultima non esiste. Salvo obbligarla ad assicurarsi naturalmente. (Comunicato stampa ANMVI)