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VENETO, SI VACCINA A SPESE DEI VETERINARI PRIVATI

VENETO,  SI VACCINA A SPESE DEI VETERINARI PRIVATI
In Veneto la veterinaria pubblica vaccina a spese dei veterinari privati. L'ANMVI invita apertamente i medici veterinari liberi professionisti del Veneto a non attenersi alla delibera regionale che fissa le tariffe per la vaccinazione antirabbica dei cani e a dar corso alla profilassi d'emergenza secondo le proprie libere determinazioni di onorario. Se la vaccinazione non è una "tassa", allora non la pagheranno nemmeno i liberi professionisti. L'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani ha apertamente invitato i medici veterinari liberi professionisti del Veneto a non attenersi alla deliberazione regionale che fissa le tariffe per la vaccinazione antirabbica dei cani e a dar corso alla profilassi d'emergenza secondo le proprie libere determinazioni di onorario.

"Non siamo affatto tra le associazioni che hanno individuato un accordo come la lascia intendere la Regione - dichiara il Presidente di ANMVI Veneto Davide Zanon in un comunicato stampa diffuso ieri sera- e il nostro dissenso deve risultare molto chiaro".


Preoccupate più di non ingenerare nei cittadini l'idea di una "nuova tassa" che di fronteggiare una grave emergenza epidemica, le autorità regionali del Veneto contano di vaccinare 230.000 cani chiedendo ai veterinari privati di accollarsene gli oneri, applicando "tariffe calmierate" pari a 20 euro comprensivi di IVA ed ENPAV e costo del vaccino. Di suo la Regione ci metterà 5 euro a prestazione.


"In questo modo- dichiara Carlo Scotti del Direttivo nazionale dell'ANMVI- si chiede ai liberi professionisti di pagare per tutti. Crediamo sia ora di liberarci di logiche più attente al consenso elettorale che alle emergenze sanitarie e che non si fanno scrupolo di far fare bella figura alla sanità pubblica sfruttando i veterinari privati".


Inoltre, l'ANMVI ritiene che finanziare per pari importo la vaccinazione alle ASL che la erogheranno a 5 euro al pubblico vuol dire porre in essere condizioni di concorrenza sleale, tanto più irragionevoli se si vuole accompagnare alla prestazione vaccinale obbligatoria l'occasione per identificare i cani che fossero sprovvisti di microchip e così implementare l'anagrafe canina regionale.
"Quando la Regione riconosce di non poter rispettare la scadenza del 31 gennaio 2010 senza l'aiuto dei liberi professionisti deve anche ricordarsi - conclude l'ANMVI - che non è nella sua facoltà quella di svendere la prestazione libero professionale".

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