La giunta bolognese guidata da Sergio Cofferati sta vagliando l'ipotesi di realizzare una mappatura del dna dei cani per risalire, tramite gli escrementi, ai rispettivi padroni. E' soprattutto una questione di decoro della città. I padroni di cani muniti di paletta e sacchettino per raccogliere le deiezioni sono sempre più numerosi ma qualcuno, per pigrizia o semplice maleducazione, ancora fa finta di nulla, sicuro comunque di non essere rintracciabile. Per il Sindaco Sergio Cofferati si tratta di un “preoccupante segno di indebolimento delle regole fondamentali della convivenza”. La giunta ha così deciso di tentare di mutuare un sistema già in vigore in Germania e più precisamente a Colonia, anche se al momento si è ancora al livello di studio dei costi e delle modalità dell'operazione. All'anagrafe verrebbe realizzata una mappatura del dna di tutti i cani regolarmente denunciati. I vigili urbani farebbero fare i controlli sugli escrementi rimasti sui marciapiedi a dei laboratori, riuscendo a risalire al cane che li ha prodotti e, di conseguenza al padrone, che si vedrebbe recapitare a casa una multa. Secondo l’assessore alla sanità di Bologna però, si tratta di “una strada impraticabile dal punto di vista legale ed economico”.
Secondo Santino Prosperi del Dipartimento di sanità Pubblica Veterinaria dell’Università di Bologna dichiara che “fare il test del DNA costa 70 euro di materiale senza contare il personale”. E sul laboratorio incaricato: “non da me, vorrei occuparmi di cose un pò più serie”. Ma il costo del test, di dice in Comune, verrebbe addebitato al proprietario del cane che ha sporcato. A Bologna i cani registrati sono circa 20.000, ma la popolazione canina è stimata in più del doppio. L’alternativa è aumentare i controlli.(La Repubblica)